Il settore siderurgico europeo è un’industria chiave nello Spazio economico europeo. Conta 360.000 dipendenti in più di 500 unità produttive in 23 Stati membri dell’UE.
La Commissione europea non ha approvato la creazione di una joint venture tra i produttori di acciaio Tata Steel (Germania) e ThyssenKrupp (India) ai sensi del regolamento UE sulle concentrazioni.
Questa joint venture avrebbe comportato una riduzione della concorrenza e un aumento dei prezzi per i diversi tipi di acciaio.
La commissaria Margrethe Vestager, responsabile della politica di concorrenza, ha dichiarato: „L’acciaio fornisce un contributo fondamentale a molte delle cose che utilizziamo nella nostra vita quotidiana.
Milioni di persone in Europa lavorano in questi settori. E le aziende dipendono dai prezzi competitivi dell’acciaio per vendere in tutto il mondo.
Nessun rimedio per rispondere alle nostre gravi preoccupazioni riguardo alla concorrenza. La fusione tra Tata Steel e ThyssenKrupp avrebbe comportato un aumento dei prezzi.
Pertanto abbiamo vietato la fusione per evitare gravi danni ai consumatori e ai clienti industriali europei”.
La presente decisione fa seguito ad un’indagine approfondita condotta dalla Commissione su questa joint venture. ThyssenKrupp è il secondo produttore di acciaio al carbonio nei paesi appartenenti allo Spazio Economico Europeo. Mentre Tata Steel è il terzo produttore più grande. Mantiene inoltre una concorrenza reale sui mercati siderurgici europei e la competitività di questo settore.
Nel corso dell’indagine, la Commissione ha ricevuto feedback da un gran numero di clienti attivi nei settori dell’imballaggio e automobilistico. Queste aziende dipendono dai prezzi competitivi dell’acciaio per offrire i propri prodotti ai clienti a prezzi competitivi. Molti di loro erano preoccupati che la transazione avrebbe comportato un aumento dei prezzi.
La Commissione ha concluso che, sul mercato degli acciai con rivestimento metallico e degli acciai laminati per l’industria degli imballaggi e sul mercato dell’acciaio zincato a caldo per l’industria automobilistica, la pressione competitiva degli altri operatori e delle importazioni da paesi terzi non sarebbe stata sufficiente garantire una concorrenza effettiva
Di conseguenza, a seguito dell’operazione, i clienti di questi prodotti si troverebbero di fronte ad una scelta ridotta di fornitori. Oltre che con prezzi più alti. Tra questi clienti figurano diverse aziende europee, dalle grandi aziende a numerose piccole e medie imprese (PMI).
Fonte dell’articolo:
http://europa.eu/rapid/press-release_IP-19-2948_en.htm
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