Il consumo apparente di acciaio registra una recessione nel 2023 tra sfide sia politiche che economiche.
„Le prospettive del settore siderurgico europeo diventano ogni trimestre più cupe. Le tensioni globali, la crisi energetica irrisolta, l’elevata inflazione, le difficili condizioni economiche e le quote di importazione storicamente elevate fanno sì che la produzione venga strangolata.
Questa situazione ha un impatto negativo sulla domanda di acciaio. È essenziale che i decisori dell’UE intraprendano azioni urgenti per mantenere l’Europa nella corsa globale alle tecnologie pulite”. Questo ha affermato Axel Eggert, direttore generale di EUROFER.
Nel secondo trimestre del 2023, il consumo apparente di acciaio ha registrato il quinto calo consecutivo (-7,6%), attestandosi a 35,6 milioni di tonnellate.
Questo volume, sebbene superiore a quello del trimestre precedente, è ancora inferiore ai livelli del 2021 e della prima metà del 2022.
Si prevede che la tendenza negativa continui almeno per un altro trimestre. Registreremo quindi una riduzione più marcata del consumo apparente di acciaio per tutto il 2023 (-5,2%, stima precedente -3%).
Si tratta della quarta recessione annuale negli ultimi cinque anni (-7,2% nel 2022). Nel 2024 è prevista una ripresa più forte (+7,6% da +6,2%). Ma questa ripresa è condizionata dagli sviluppi positivi, ancora molto incerti, delle prospettive industriali e della domanda di acciaio.
L’economia europea si sta preparando agli effetti a catena del crescente conflitto tra Israele e Hamas. Questo conflitto potrebbe distruggere la sensazione che le cose cominciano ad apparire più positive 20 mesi dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
Si prevedono interruzioni nelle catene di approvvigionamento di petrolio, acciaio e vari metalli. Infatti, se prolungato, il conflitto potrebbe incidere negativamente sui prezzi dell’acciaio, così come di molti altri beni.
Direttamente, il prolungato conflitto potrebbe influenzare seriamente le esportazioni di acciaio dalla Turchia a Israele. Pure interrompere la fornitura di rottami metallici da Israele alla Turchia.
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