Il CEO di Emirates Steel avverte che l’afflusso di importazioni di acciaio dalla Cina e dalla Turchia negli Emirati Arabi Uniti a prezzi inferiori al valore di mercato avrà un impatto negativo sui volumi di produzione.
Emirates Steel di Abu Dhabi, il più grande produttore di acciaio negli Emirati Arabi Uniti, ha segnalato gli effetti dannosi dell’importazione di acciaio cinese e turco sui mercati degli Emirati Arabi Uniti. L’azienda ha chiesto misure protettive per far fronte alla crescente concorrenza e al calo dei prezzi. Che influenzerà i futuri piani di sviluppo industriale negli Emirati Arabi Uniti.
„L‘industria siderurgica svolge un ruolo cruciale nei piani di sviluppo industriale degli Emirati Arabi Uniti e pertanto dovrebbe essere protetta dalle pratiche commerciali sleali”, ha affermato Saeed Al Ghumran Romaithi, CEO di Emirates Steel in un comunicato stampa.
Ha avvertito che l’afflusso di importazioni di acciaio dalla Cina e dalla Turchia negli Emirati Arabi Uniti, a prezzi inferiori al valore di mercato accettabile, ha un impatto negativo.
Sulla redditività dei produttori di acciaio negli Emirati Arabi Uniti. Causando così danni agli investimenti esistenti e futuri.
E mettono in pericolo il settore siderurgico negli Emirati Arabi Uniti. Ha aggiunto che la mancanza di una forte protezione doganale negli Emirati Arabi Uniti porterà all’intensificazione del problema.
„Se non vengono adottate misure adeguate, molti produttori negli Emirati Arabi Uniti ne soffriranno. E il Paese non riuscirà a diversificare la propria economia. Sbarazzarsi della dipendenza dal petrolio come principale fonte di reddito.”
Oltre all’introduzione di dazi antidumping, Al Romaithi ha raccomandato anche l’adozione di uno standard di qualità uniforme. Per difendersi dalle importazioni dalla Cina di scarsa qualità. E per costringere gli esportatori cinesi di acciaio a conformarsi. „Pratiche simili, come gli standard americani per i test sui materiali e gli standard britannici, vengono applicate negli Stati Uniti e in Europa”, ha affermato Al Romaithi.
Un’ondata di esportazioni cinesi quest’anno ha portato ad indagini antidumping. Questi sono stati avviati negli Stati Uniti, in Turchia, nel sud-est asiatico e in Europa. Al Romaithi ha sottolineato l’urgente necessità di rivedere le tariffe di importazione. Oppure aumentare il livello delle tasse, per evitare il pericolo di importazioni a basso costo dalla Cina e dalla Turchia.
Fonte dell’articolo: http://www.khaleejtimes.com/biz/inside.asp?xfile=/data/uaebusiness/2015/April/uaebusiness_April214.xml§ion=uaebusiness
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